Il “Formatore per la sicurezza” come rappresentante di una sottocultura specifica
Federico Roso — Former Carabiniere, health and safety consultant, consults organizations to reduce health and safety risks at the workplaces.
La definizione «sottocultura» sicura-mente comprende tutte le possibili forme che una sottocultura può assumere e tutti gli approcci che la hanno studiata, ma di converso non chiarisce la differenza con altri concetti ad essa adiacenti, quali «comunità» e «stile di vita».
Secondo i teorici della sottocultura, esistono gruppi sociali con norme e valori propri, nell’ambito dei quali è presente una solidarietà tra soggetti che si servono l’uno dell’altro come punti di riferimento per la loro immagine di sé e per stabilire rapporti con gli altri membri della società.
Naturalmente, le norme di una sottocultura possono essere semplicemente diverse da quelle della società di appartenenza, o essere più accentuate in taluni aspetti, senza essere per questo in contrasto con quelle e quindi senza rivestire necessariamente un’accezione negativa. Inoltre, una sottocultura non è mai del tutto separata dalla società globale all’interno della quale si colloca e di cui costituisce un sottosistema, in quanto si caratterizza per un insieme di valori che si riferiscono comunque ad un più ampio sistema, da cui differiscono solo in parte. Inoltre, il concetto di sottocultura non contiene a priori una valenza negativa, ma esclusivamente un sentimento di appartenenza, di fatto tipico dalla maggior parte dei gruppi professionali o lavorativi.
Così in questo articolo voglio considerare il “Formatore per la Sicurezza” come il rappresentante di una sottocultura specifica.
Il “Formatore per la Sicurezza” è un professionista in possesso di competenze utili e specifiche per gestire il processo formativo in materia di sicurezza. Risulta di vitale importanza stimolare i cittadini e tutte le categorie professionali ad acquisire specifiche competenze in materia di sicurezza. Per “Cultura della Sicurezza” si intendono l’insieme dei processi organizzativi e delle pratiche professionali, delle norme scritte e delle convenzioni informali, dei linguaggi, dei modi di pensare, di percepire e di rappresentare il rischio in azienda e nella società. Purtroppo la sua promozione e interiorizzazione tra i lavoratori e i cittadini, trova diversi ostacoli di natura quotidiana. Innanzitutto, la considerazione da parte di molte organizzazioni, dei lavoratori e dei cittadini che per raggiungere un risultato sia necessario affrontare un rischio ed un costo, seguito dal sussistere di un notevole scarto tra i processi di riorganizzazione delle modalità di valutazione e gestione dei rischi e la reale organizzazione del lavoro e della società.
Spesso si ha una conoscenza limitata dei rischi che si corrono: la percezione e l’interpretazione delle situazioni rischiose sono sottovalutate. Molte persone hanno una errata percezione del rischio dato che non basano le loro analisi su numeri obiettivi, ma sull’impatto psicologico che hanno gli incidenti, soprattutto quelli più recenti.
A questo va affiancato il concetto di “Perdita della Paura“, ogni volta che un lavoratore e un semplice cittadino trascurano una procedura senza incorrere in un danno, perdono un po’ di quella paura che li spinge ad adottare comportamenti sicuri. Purtroppo la “Cultura della Sicurezza” viene ancora considerata un insieme di principi astratti ma difficilmente applicabili. Si dovrebbe invece iniziare a pensare alla stessa come ad una grossa opportunità per migliorare la qualità della nostra vita. Tutto ciò dovrebbe portare ad immaginarsi un vero e proprio generatore di valori per tutta la società. Per costruire una sana “Cultura della Sicurezza“ all’interno delle aziende e nella società si rende necessario comunicare i contenuti e condividere i comportamenti sicuri organizzando appositi corsi di formazione. È in questa circostanza che entra in scena la figura del “Formatore per la Sicurezza”.
L’esempio deve venire dall’alto se si pretende che venga rispettato dal basso, quindi è necessario che dai livelli gerarchici superiori ci sia un’effettiva sensibilità alla tematica, svolgere un lavoro di prevenzione e di attenzione è la reale volontà di favorire il benessere dei lavoratori e dei cittadini all’interno di una società civile. In tal senso è necessario contrastare quelle convinzioni irrazionali che portano i lavoratori e i cittadini ad una percezione non corretta del rischio, anche attraverso interventi formativi incentrati sul fattore umano e non solo sul fattore tecnico, che favoriscano una presa di coscienza e di responsabilità individuale sull’argomento. I programmi dei corsi di formazione possono essere standardizzati o personalizzati in base alle varie esigenze operative.
Ogni formatore ha la possibilità di arricchire i contenuti dei corsi creando un percorso didattico formativo che stimoli in modo attivo l’apprendimento dei suoi discendenti. I contenuti dei corsi trattano i seguenti argomenti:
* Concetti di rischio
* Danno
* Prevenzione
* Protezione
* Organizzazione della prevenzione
* Diritti, doveri e sanzioni per i vari soggetti
* Organi di vigilanza, controllo e assistenza
* Rischi infortuni
* Meccanici ed elettrici generali
* Macchine e attrezzature
* Cadute dall’alto
* Rischi da esplosione
* Rischi chimici
* Nebbie, oli, fumi, vapori e polveri
* Etichettatura
* Rischi cancerogeni
* Rischi biologici
* Rischi fisici
* Rumore, Vibrazioni, Radiazioni
* Microclima e illuminazione
* Videoterminali
* DPI (dispositivi di protezione individuale) organizzazione del lavoro
* Ambienti di lavoro
* Stress lavoro correlato
* Movimentazione manuale dei carichi
* Movimentazione merci (apparecchi di sollevamento, mezzi trasporto)
* Segnaletica
* Emergenze
* Procedura di sicurezza con riferimento al profilo di rischio specifico
* Procedure esodo e incendi
* Procedure organizzative di primo soccorso
* Incidenti e infortuni mancati
* Altri rischi
* Rischio aggressione e tecniche di difesa personale.
Per concludere bisogna sempre tenere presente che la scuola dell’obbligo gioca un ruolo fondamentale di sensibilizzazione ai temi della sicurezza. La scuola è ambiente di vita per gli alunni e ambiente di lavoro per gli insegnanti, è il luogo primario della prevenzione, dove la formazione alla salute e alla sicurezza può trovare un terreno fertile sul quale radicarsi e diventare patrimonio dell’individuo e del gruppo, fin dai primi momenti di socializzazione.